EPISTOLA Ef 5, 21-33

Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.

VANGELO Mc 10, 1-12

✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Partito di là, il Signore Gesù venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione “li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

COMMENTI

Spunti dai brani della liturgia domenicale
Don Walter Magnoni, direttore della pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Milano e Gianfranco Fabi, giornalista economico, propongono ogni settimana una breve riflessione per il sito Ucid Milano sulla base di un pensiero tratto dalla liturgia di rito ambrosiano della successiva domenica.

“La differenza di fondo tra Gesù e i farisei che lo interrogano è tutta nella prospettiva del rapporto tra uomo e donna. I farisei si soffermano sul piano giuridico è la loro questione si pone nell’ordine della liceità del ripudio. Invece Gesù ha un approccio esistenziale e mette in luce come l’amore sia in grado di trasformare un’esistenza. L’affermazione centrale di Gesù sta in quel “e i due diventeranno una carne sola”. In questa frase si gioca il miracolo dell’amore: la condivisione totale di tutto, fermino della propria carne. È la logica del dono che rende il cuore di carne. Infatti l’altra parola che merita di essere commentata è quella dove Gesù parla della “durezza del vostro cuore”. Il riferimento è quello del cuore indurito del faraone e di coloro che anziché cercare Dio si lasciano traviare dagli idoli. Oggi abbiamo bisogno di rilanciare la bellezza della relazione tra uomo e donna chiamati ad amarsi al punto da divenire una carne sola. È la storia di tanti uomini e donne che hanno saputo generare vita testimoniando a tutti la fedeltà dell’amore di Dio nella loro esistenza. Chiediamo il dono di un cuore nuovo per essere discepoli del Signore e narrare tracce d’amore tra coloro che incrociamo sul nostro cammino.”

Don Walter Magnoni

Don Walter Magnoni

Don Walter Magnoni ha conseguito un dottorato in teologia Morale presso la pontificia Università Gregoriana, responsabile del servizio per la pastorale sociale e del lavoro dell’arcidiocesi di Milano, fa parte del gruppo esperti Cei sui problemi sociali, insegna presso l’Istituto di scienze religiose di Milano e presso la facoltà di economia dell’Università Cattolica. E’ assistente della Fondazione Vaticana Centesumus Annus, consigliere ecclesiastico della Coldiretti e membro del cda della fondazione Lazzati.

“In questa pagina del Vangelo si sentono indubbiamente i segni dei tempi. E’ una pagina che, come minimo, è politicamente scorretta e il leggerla in questo momento appare quasi un’indebita ingerenza nel dibattito politico italiano. Secondo le teorie più moderne, sposate acriticamente da chi si proclama difensore dei “diritti civili”, maschio e femmina sarebbero una delle tante declinazioni dell’identità sessuale, identità che, a prescindere dalla natura e dalla biologia, ogni persona potrebbe decidere di avere. La teoria gender, spacciata come forma di libertà, predica infatti che non esiste una differenza biologica tra uomini e donne determinata da fattori scritti nel corpo. Una teoria che si spinge fino a separare le generatività dall’unione tra uomo e donna destinati, dice il Vangelo, a diventare “una carne sola”. Mai come in questo caso il Vangelo diventa un segno di contraddizione, diventa la luce posta in alto ad illuminare un mondo avvolto nella nebbia.”

Gianfranco Fabi

Gianfranco Fabi

Gianfranco Fabi, 1948, laureato in scienze politiche. Giornalista professionista dal 1974.Ha iniziato a “Il Giornale del popolo” di Lugano e dal ’79 è passato al Sole-24 Ore dove è stato dal 91 al 2010 vice-direttore. Dal 2008 al 2010 direttore di Radio 24. Ora giornalista indipendente. Insegna “Tecniche e scenari della comunicazione economica” alla Liuc di Castellanza. Vive e lavora tra Varese e Milano. Coniugato, due figli e (grazie a loro) nove nipoti.