EPISTOLA Rm 1, 16-21
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà». Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata.
VANGELO Lc 12, 22-31
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta».
COMMENTI
Spunti dai brani della liturgia domenicale
Don Walter Magnoni, direttore della pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Milano e Gianfranco Fabi, giornalista economico, propongono ogni settimana una breve riflessione per il sito Ucid Milano sulla base di un pensiero tratto dalla liturgia di rito ambrosiano della successiva domenica.
“Quando le coppie di fidanzati scelgono questo Vangelo per il giorno del loro matrimonio sperimento sempre un profondo senso di ammirazione. Questa pagina segue quella sulla disputa tra due fratelli per l’eredità. Gesù in tale situazione è molto chiaro: la vita non dipende da ciò che si possiede. E per dare forza all’affermazione aggiunge la parabola del ricco stolto che avendo avuto un raccolto abbondante immagina di allargare i magazzini, ma Gesù aggiunge: «Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita, e quello che hai preparato di chi sarà?”». Subito dopo rivolte ai discepoli questa parole di grande valore poetico, ma che dicono uno stile di vita che non segue la logica del mondo, ma si affida alla provvidenza di Dio. La pagina non è affatto deresponsabilizzante, perché cercare il Regno di Dio è compito non poco impegnativo che in sostanza chiede di vivere con serietà la Parola del Vangelo. Gli uccelli del cielo e i fiori del campo sono un invito a guardare il creato riconoscendo i segni della bellezza e della cura del Creatore. Il Padre ha a cuore ogni sua creatura. Chi mette su famiglia e sceglie questa pagina di Vangelo dice una grande apertura alla vita e il desiderio di condividere i beni con chi ha meno risorse. Se mettessimo in pratica queste parole saremmo meno egoisti e più capaci di dono.”
Don Walter Magnoni

Don Walter Magnoni
Don Walter Magnoni ha conseguito un dottorato in teologia Morale presso la pontificia Università Gregoriana, responsabile del servizio per la pastorale sociale e del lavoro dell’arcidiocesi di Milano, fa parte del gruppo esperti Cei sui problemi sociali, insegna presso l’Istituto di scienze religiose di Milano e presso la facoltà di economia dell’Università Cattolica. E’ assistente della Fondazione Vaticana Centesumus Annus, consigliere ecclesiastico della Coldiretti e membro del cda della fondazione Lazzati.
“Il brano del Vangelo sembra una grande provocazione, quasi un invito all’ozio, addirittura alla trascuratezza verso le cose della vita. Ma l’interpretazione sta nella frase finale: cercate il suo regno. E cercare il regno non lascia certo spazio all’ozio e alla trascuratezza, ma richiede quella che potremmo chiamare una tranquilla operosità: tranquilla perché non soffocata dall’angoscia, operosità perché resta comunque valida la parabola dei talenti, dove ognuno è chiamato a mettere a frutto le doti che gli sono state date. “Aiutati che il ciel t’aiuta” dicevano i saggi proverbi di una volta. E quindi una grande fiducia nella Provvidenza, ma anche la consapevolezza che la sua prima opera è l’averci messo in relazione con gli altri in un reciproco scambio di opportunità. E nelle forte interconnessione dell’attuale dimensione digitale la responsabilità è ancora più forte, ma è una responsabilità sostenuta dalla convinzione che anche nel regno degli algoritmi al centro e al comando resta la persona, creata a immagine di Dio.”
Gianfranco Fabi

Gianfranco Fabi
Gianfranco Fabi, 1948, laureato in scienze politiche. Giornalista professionista dal 1974.Ha iniziato a “Il Giornale del popolo” di Lugano e dal ’79 è passato al Sole-24 Ore dove è stato dal 91 al 2010 vice-direttore. Dal 2008 al 2010 direttore di Radio 24. Ora giornalista indipendente. Insegna “Tecniche e scenari della comunicazione economica” alla Liuc di Castellanza. Vive e lavora tra Varese e Milano. Coniugato, due figli e (grazie a loro) nove nipoti.