L’importanza della sostenibilità
Oggi, parlare di sostenibilità è estremamente importante. Il concetto proprio di “sostenibilità” è legato intrinsecamente a quello di tutela dell’ambiente, ma negli ultimi anni ha vissuto una profonda evoluzione. Si è partiti da una visione centrata quasi esclusivamente sugli aspetti ecologici, per approdare a un significato più ampio che considera, oltre alla dimensione ambientale, anche quella economica e sociale.
L’importanza del concetto di sostenibilità è tale che anche Papa Francesco ha dedicato all’ambiente e allo sviluppo sostenibile la sua seconda enciclica intitolata “Laudato si’, sulla cura della casa comune“, che riporta la data del 24 maggio 2015 ma che è stata resa pubblica solo il 18 giugno del 2015. L’argomento principale trattato è l’interconnessione tra crisi ambientale della Terra e crisi sociale dell’umanità, ossia l’ecologia integrale. Papa Francesco ha precisato infatti che “non si tratta di un’enciclica verde ma di un’enciclica sociale”. Il nome Laudato si’ deriva dal Cantico delle Creature di San Francesco, che loda il Signore per le sue meravigliose creature.
È necessario porre un’attenzione tale proprio perché è in costante aumento la pressione sulle risorse naturali del pianeta. Basti pensare che 780 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e 2,5 miliardi all’ uso sanitario. Una persona in media utilizza 2.3 ettari di terreno per soddisfare le proprie necessità alimentari e assorbire i propri rifiuti. Purtroppo, la terra ha a disposizione di solo 1,9 ettari per abitante. Risulta quindi semplice capire che in futuro dovremo essere sempre più attenti alla gestione di tali risorse.
Avere un comportamento sostenibile significa porre la massima attenzione all’uso dell’energia, motore della vita, anche attraverso piccoli gesti quotidiani in modo che si possa tutti crescere meglio. Ci sono quattro dimensioni dello sviluppo sostenibile:
- società,
- ambiente,
- cultura,
- economia
Condurre una vita sostenibili è un presupposto necessario per poter pensare ad un futuro in cui le considerazioni ambientali, sociali ed economiche sono bilanciate nel perseguimento di una migliore qualità della vita
Cos’è la sostenibilità e su quali pilastri si poggia?
È importante anche capire cos’è la sostenibilità e su quali pilastri si poggia. Lo sviluppo sostenibile, così come è stato definito nel 1987 da Gro Harlem Brundtland, allora presidente della Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo, è «lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri».
L’esigenza di una crescita sostenibile ha preso forma all’inizio degli anni Settanta, quando la società ha preso coscienza del fatto che il tradizionale modello di sviluppo avrebbe causato nel lungo termine il collasso dell’ecosistema terrestre. L’obiettivo è sempre quello di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli della generazione futura.
I pilastri su cui poggia la sostenibilità sono tre e sono interconnessi tra loro. Si tratta di un sistema che comprende:
- sostenibilità sociale, vale a dire il rispetto dell’uomo;
- sostenibilità ambientale, vale a dire la tutela delle risorse naturali;
- sostenibilità economica, vale a dire puntare ad una crescita che possa migliorare la qualità della vita nel rispetto dell’ambiente.
Questo implica che lo sviluppo sostenibile coinvolga anche la cultura, la tecnologia e la politica.
Papa Francesco, nell’enciclica “Laudato sii, afferma “L’autentico sviluppo umano possiede un carattere morale e presuppone il pieno rispetto della persona umana, ma deve prestare attenzione anche al mondo naturale”, afferma inoltre che “il degrado “della natura è strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana” e continua dicendo che “La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale”.
Ci sono degli obiettivi di sostenibilita, in particolare è importante parlare dell’’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, cioè il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto il 25 settembre 2015 dall’Assemblea generale dell’Onu. È rappresentato da 17 Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile (Sustainable development goals, SDGs), inglobati in un grande programma d’azione che individua ben 169 target o traguardi.
I SDGs condividono obiettivi comuni, il che significa che riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.
Più nel dettaglio, gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile (Sustainable development goals, SDGs) mirano ad affrontare un’ampia gamma di questioni relative allo sviluppo economico e sociale, includendo la povertà, la fame, il diritto alla salute e all’istruzione, l’accesso all’acqua e all’energia, il lavoro, la crescita economica inclusiva e sostenibile, il cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente, l’urbanizzazione, i modelli di produzione e consumo, l’uguaglianza sociale e di genere, la giustizia e la pace.
Quindi, esiste una correlazione tra religione e sostenibilità?
La religione e la sostenibilità, a differenza di quanto si possa pensare, hanno una forte connessione. Ad esempio, dal 7 al 9 marzo 2018, presso l’aula del Sinodo in Vaticano, si è svolta la Conferenza Interinazione “Religioni e obiettivi di sviluppo sostenibile: ascoltare il grido della terra e dei poveri”. L’evento aveva l’intento di valorizzare il contributo che la religione può dare all’implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, attorno a cinque parole chiave: persone, pianeta, prosperità, partnership, pace. In quell’occasione, Papa Francesco ha affermato che “Diverse tradizioni religiose, compresa quella cattolica, hanno accolto gli obiettivi di sviluppo sostenibile perché sono il risultato di processi partecipativi globali che, da un lato, riflettono i valori delle persone e, dall’altro, sono sostenuti da una visione integrale dello sviluppo”.
L’azione della Chiesa non solo cerca di ricordare il dovere di prendersi cura della natura, ma al tempo stesso deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di sé stesso.